ULTIMI
18. All’improvviso mi trovo camminando in una strada, so di trovarmi a Gerusalemme. Davanti a me ci sono 3 uomini, ebrei, indossano abito nero e cappello, e scendono in senso opposto al mio. Camminano di fretta e con la testa bassa, non vengo notata, e mentre scendono dalla strada e si avvicinano a me con uno di loro, l’uomo al centro, ci urtiamo con la spalla destra; questo uomo mi guarda, e capisco che devo stare attenta a dove metto i piedi, ma che nello stesso tempo posso entrare nella città (è come se mi sentissi, per qualche strana ragione, legittimata). Cammino e sulla sinistra c’è l’entrata di una chiesa/sinagoga, sfumature del muro color arancio, guardo, forse sbircio dalla porta senza entrare, mi sento una turista.
1. Ero in un convento ed una monaca mi ha portato in un sotterraneo dove c’era un’altra monaca in una bara, che mi faceva dei gesti con gli occhi e con le braccia. E c’era mio figlio che mi aspettava fuori dal convento.
2. Ho sognato un prete morto che parlava, stava male, aveva la febbre. Aveva litigato con sua sorella che non gli dava da mangiare. Era presente la madre, seduta e coperta Poi dicevano che avevano cotto dei pesci, e gli altri pesci non mangiati venivano buttati.
3. Nel sogno che descrivo ho il desiderio di andare a messa. Mi reco verso la Chiesa dove solitamente vado, ma ne trovo due vicine. Vado in quella che pensavo fosse la mia, ma mi rendo conto che non è quella. Si celebra comunque la messa; io entro al momento della consacrazione dell’eucaristia. Vorrei comunicarmi, ma preferisco non farlo, in quanto ero arrivata proprio nel cuore della consacrazione dell’eucaristia. A funzione ultimata esco dalla Chiesa per recarmi nell’altra (la mia). Entro e vedo che accanto alla navata centrale vi è un locale, tipo cucina, dove una donna ed un prete sostano. Io decido di aiutarli perlando delle patate. Il prete va via e inizia la Santa Messa. Anch’io vado verso l’altare. Lì mi accorgo di aver dimenticato la borsa in cucina. Ritorno a prenderla (è una piccola borsa un po’ bruttina e squallida). Un signore mi porge un mazzo di chiavi, dicendomi che le avevo dimenticate lì. Prendo il mazzo di chiavi, apro la borsa che contiene solo il portafoglio, e vi depongo le chiavi. Mentre mi appresto a tornare verso l’altare, la signora che avevo visto in cucina mi invita ad andare con loro in montagna per la prossima gita parrocchiale. Torno alla navata centrale, di fronte all’altare.
4. Ero in un negozio di oggetti sacri e guardavo le coroncine del rosario; stavo per comprarne una (o forse più di una) ma poi mi sono svegliata.
5. Assistevo ad una messa celebrata dal papa.
6. La notte del 17 ottobre di quest’anno ho sognato di sposare un mio ex-ragazzo, che nella realtà mi ha fatto soffrire molto. Ricordo l’angoscia che provavo, sia per me, che per il bambino che portavo in grembo da un mese. Ho guardato la mia fede nuziale -brutta ed in metallo- e all’interno vi era inciso: “6/7 – ieri – Santa Maria Goretti”.
N.B. nonostante non conoscessi questa santa, ho scoperto che è morta il 6 luglio 1902 (6/7 nel sogno), ed è nata il 16 ottobre 1890 (“ieri” rispetto alla data del sogno)
7. Ho sognato una chiesa con tante persone molte serie. Io in disparte, in modo indifferente, sempre in chiesa, guardavo la televisione ed ero molto contenta e cantavo.
8. Sono nel salotto del mio vecchio appartamento, ancora con la mia ex moglie, e all’improvviso vedo nella stanza accanto una luce profonda e intensa, quasi accecante. Mi alzo e vado a vedere pian piano, mi avvicino e guardo dentro la stanza. Dio mio! Ho visto la Madonna, era bellissima, mi guardava e mi sorrideva, ma non parlava. Aveva un sorriso cosi dolce e buono che ti faceva sentire in pace con tutto il mondo. Poi, intorno a lei, c’erano come delle strisce di seta, d’oro e d’argento, che con un leggero venticello svolazzavano su e giù. A quel punto accanto a me, vicino alla porta della stanza, c’era una signora anziana che assomigliava moltissimo alla mia povera nonna, ma non sono riuscito a vederla bene nel viso. Mia nonna (o almeno credo) mi voleva spingere dentro in questa stanza, ma io mi tenni forte e dissi a mia moglie (che era alla mia destra): “dai! Vieni dentro anche tu!”. Ma lei mi risponde di no. Io dissi a mia moglie: “se tu non vieni dentro con me, allora non entro nemmeno io!”. All’improvviso mi svegliai in lacrime.
9. Ho sognato di essere in chiesa con il mio fidanzato. La chiesa era spoglia, senza fiori, ma molto accogliente ed io ero serena.
10. Eravamo io e la mia ragazza che andavamo da un mio amico, esattamente nel suo garage, dove insieme ad altri amici ero solito, anni fa, fare le prove musicali col nostro gruppo. La stanza del garage era diversa dal solito, più alta, ma piccola.
Siamo capitati lì di notte e succede che questa stanza è il ritrovo di molte persone vestite in stile punk, molto tetre, scure. Adoravano il diavolo, questo era il particolare più rilevante. Le pareti erano colorate con tinte rosse e nere; alcune di queste persone erano sedute su degli alti mobili e ci guardavano aggressivi dall’alto. Non ci toccavano, nessun uso della forza, ma ci spaventavano. Entrando in quella stanza sentivo come un una sensazione improvvisa di forte calore. La musica era a volume alto, assordante, fastidiosa e molto pesante. Noi eravamo indignati di tutto questo e lo rifiutavamo, sapevamo che Dio era dalla nostra parte ed eravamo sicuri della nostra forza. Ritornammo più volte per contrastare queste forze negative, solo con la nostra presenza e la forza di Dio. Sapevamo che eravamo intoccabili per questo.
11. Ero un sacerdote che iniziava a dire la messa, ma non ricordavo più nulla di cosa dire, e facevo finta di svenire per non fare brutta figura davanti ai fedeli.
12. Questa notte mi sono sognata mentre dormivo, e sentivo delle voci strane, non capivo nulla di quello che dicevano perché la lingua che veniva usata non la conoscevo, era strana. Ad un certo punto mi sono accorta che il cellulare stava lampeggiando, quando ho guardato ho visto la scritta “Gesù chiama” come se mi stesse telefonando. Io non ho voluto rispondere e ho rifiutato la chiamata. Quando, sempre in sogno, mi sono detta “adesso mi sveglio”, mi sono svegliata e ho visto che sul cellulare c’era una chiamata senza risposta, che ovviamente non era di Gesù ma di un amico, ma non nascondo di avere avuto una certa strizza.
13. Ho sognato che la Suora del mio asilo era sul giornale, morta a ottantun anni!
14. Ricevevo un bacio sulle labbra da un sacerdote.
15. Mi trovavo in un deserto, camminavo con tantissime altre persone. Non noto la sabbia sotto i piedi, ma il cielo stellato, una brezza leggera che sentivo sul viso. Proprio quando stavo facendo notare, ad una delle persona affiancate a me, come le stelle si vedessero bene, mi trovo subito dopo a dirgli: “perché vedi … io non credo che esiste Dio, se Lui esistesse certe cose non accadrebbero”. E dico altre cose che però non ricordo. Quel che ricordo benissimo però è che ad un certo punto, nel silenzio più completo, si sente un fortissimo rumore tipo un bussare. Precisamente tre colpi, forti, impressionanti, e io dopo averli sentiti mi inginocchio e inizio a dire: “Dio perdonami, so che esisti, perdonami”.
16. Incrocio di due strade di grande traffico. C’è la fila delle automobili con dentro dei buddisti tibetani. All’incrocio dovrebbero girare a sinistra, ma la fila è ferma, perché sulla strada di destra le automobili continuano a viaggiare. Un buddista mi dice: “Sono prevalentemente i polacchi che non lasciano viaggiare”.
17. Entro nella chiesa della mia parrocchia per una funzione. Mi danno un foglio contenente la lettura che devo proclamare; alla prima occhiata mi rendo conto che mancano delle parole e che le frasi non hanno senso. Al momento prefissato, mi alzo in piedi e leggo un’introduzione alla lettura, senza capire la sintassi e il senso della frase. Poi salgo all’ambone per proclamare la lettura. Ma il testo è davvero improponibile, privo di senso; ci sono grandi spazi vuoti e parole sparse senza logica. Chiedo scusa all’assemblea ed entro in sacrestia per avere un lezionario; un diacono me lo porta aprendolo alla pagina giusta. Io comincio a proclamare, ma non quello che è scritto, che mi risulta comunque illeggibile: invento io stessa un brano. E mi stupisco sia di riuscire a fingere di leggere, sia dell’argomento di cui parlo (non lo ricordo, ma senz’altro non era un’epistola paolina come doveva essere). Mentre ‘leggo’, tengo innalzato davanti a me un neonato nudo e grondante sangue, come se fosse proprio appena uscito dal ventre materno. Finalmente arrivo alla fine della ‘lettura’ e provo sollievo nel dire ‘Parola di Dio’.