Acireale (CT) 24 agosto 1930 – Milano 30 marzo 2023
Ogni incontro umano e nella fattispecie l’incontro analitico diventa un momento ritmato, una danza trasformativa …
ricordi … nelle mail dei soci il 30 marzo 2023
Ricordo con affetto Antonino anche se è stata una conoscenza breve; ho apprezzato il suo sapere, la sua mitezza – Livio
Il Nostro caro Antonino ci mancherà tantissimo; la sua perdita ci rattrista e lascia deprivati di un forte sostegno nella professione, ma soprattutto nella vita. Lo ricorderò per le generose parole con cui mi ha sempre accolto nei suoi spazi affettivi – Laura
Ricordo Antonino, nei primi incotri nel suo studio … accogliente e affettuoso. Lo accompagno, con voi in questo passaggio – Laura
Compagno di viaggio da subito. Anche vicino di casa. Guida sicura e paterna. Andavo da lui in supervisione o consiglio da subito all’inizio (primi anni ’80, Silvia era troppo lontana) per i casi più difficili su cui dal punto di vista clinico e diagnostico ero totalmente sguarnita. E mi sentivo accolta e protetta. In mani sicure. Sia per lo sguardo clinico saldo che per il modo meditato quasi frammentato nelle parole con cui me lo comunicava arrivandoci passo passo, anche con pause di silenzio, correggendosi e mettendo a punto di volta in volta. Una supervisione che era terapeutica per me. Io giovane presuntuosa e lui umile e professionalmente esperto. Mai ideologico nel giudizio e sempre sperimentale. Poi tutta la storia del CEPEI, le riunioni a casa sua quando il cepei non era ancora ufficiale… ma da subito c’era già. Caro Antonino – Paola
Ciao Nino, grazie per tutto quello che mi hai dato – Sergio
Sento una profonda riconoscenza per avermi sostenuto nell’avvio del mio Studio conducendo insieme un gruppo di terapia. È stato un punto di riferimento anche nel tratto curioso, sempre aperto a esplorare nuovi approcci, interessato molto alla conoscenza e ben poco al potere. Ci ha davvero trasmesso molto – Clotilde
Un abbraccio e lui e a tutti noi. Non l’ho mai incontrato di persona, ma ho l’impressione che qualcosa di lui mi sia arrivato attraverso di voi – Marco
Io l’ho conosciuto solo indirettamente dai vostri racconti … e questo, oltre ad averlo reso un po’ famigliare, fa sentire un po’ di gratitudine per quello che la sua presenza ha evidentemente generato … – Stefania
Caro Antonino,
sei stato il mio primo analista e poi un amico. Mi hai comunicato da subito la passione per Jung e la riflessività di Silvia Montefoschi che mi hai fatto conoscere prima nei libri, poi di persona. Mi hai aperto il mondo reale dei sogni. Eri appassionato, curioso, aperto alla ricerca nel tuo lavoro e nella vita. Profondo ma anche pragmatico, sempre disponibile all’ascolto e a metterti in gioco con profonda umiltà. Ci hai chiamati a formare il CEPEI, fondandolo sulla relazione trasformativa della psicoanalisi, in cui evolutività e intersoggettività sono divenuti modi concreti di essere e non solo dei concetti teorici. Forse la cosa più bella che ti posso dire con profonda riconoscenza è che ci siamo voluti bene.
Buon viaggio Antonino!
Paolo
Caro Antonino,
l’ultima volta che ci siamo salutati (qualche settimana fa) sono riuscita a dirti che ti vogliamo bene (ho parlato al plurale, pensando a tutte le persone che ti vogliono bene) e che ti avremmo portato sempre con noi, perché tu potessi lasciarti andare senza resistere ulteriormente.
E forse per la prima volta la tua, le nostre voci si sono incrinate per la commozione…
Già, perché tu, per la tua personalità, non lasciavi trapelare mai tanto di te stesso, lo lasciavi intuire dai sorrisi, dagli sguardi, da qualche abbraccio più stretto, ma il tuo obbiettivo era quello di “proteggere” l’altro di rassicurarlo, nella tua stabilità di punto fermo.
Ma sei stato anche flessibile: in certi momenti della mia vita, nel tuo ruolo di analista, hai accolto dei miei passaggi fondamentali anche concretamente: chi si dimentica il trenino regalato al mio bimbo che ti avevo portato a conoscere…neanche lui, ormai trentenne, se lo dimentica! O come quel giorno che, facendo una gita al mare, ci incontrammo in un negozio a prendere la focaccia e scoprii che avevi la casa lì: fui piacevolmente sorpresa di un incontro sincronico, di qualcosa che doveva trasformarsi.
E da quel momento in poi ci siamo preparati alla conclusione di un percorso (un sogno diventa chiara direzione: “ero molto vicina ad Antonino, a mio agio, lui di fianco a me sulla poltrona, io sulla sedia”) e non “trattenendomi”, mi hai lasciata andare a esplorare me stessa e il tutto, a un altro livello, col femminile di Silvia Montefoschi.
Da lì, dopo un periodo di “misure”, il nostro rapporto si è trasformato nella condivisione più libera di pranzi o cene nei tuoi luoghi usuali (sempre scelti per accoglienza e buon cibo, da bravo intenditore) e condivisioni professionali, di ricerca, con incontri, intervisioni in cui la tua prospettiva junghiana svelava ogni volta qualcosa di nuovo.
Il CEPEI man mano evolveva, sapendo di essere partito da te e quando, umile e discreto, ti sei collocato “dietro le quinte”, hai dato spazio ai tuoi compagni e allievi, godendo spesso dei frutti.
E oggi che affronto con te questo passaggio del corpo che tu stai “vivendo”, non posso non pensare a quello che diceva Jung sulla morte: è un fine, un processo, anche questo evolutivo, anche questo individuativo. Per diventare Sè.
Grazie Antonino
Mimma
Antonino Messina, psicoanalista junghiano, allievo di Silvia Montefoschi, neuropsichiatra e clinico esperto e saggio, nel 1995 ha radunato attorno a sè alcuni suoi allievi di psicoanalisi per formare il Centro di Psicologia Evolutiva Intersoggettiva (CEPEI). La sua passione per la psicoanalisi, ma anche per gli altri campi del sapere, ha improntato le attività formative e cliniche del CEPEI. Lo sguardo aperto sull’essere umano, la psicoanalisi come ricerca e conoscenza, l’interesse per le scienze e l’accoglienza dell’altro, è stato ciò che Antonino ha comunicato e lasciato nello spirito della nostra associazione.
A sinistra: Icona regalata dai soci ad Antonino in occasione del suo 90° compleanno